Studio dello psicologo Giulio Borla, nella città di Ivrea
- Counselling psicologico Individuale e di Coppia
- Psicoterapia Individuale ad Indirizzo Cognitivo
- Psicoterapia di Coppia
- Consulenza sessuologica
Via Internet per Problemi di Orario e Lontananza
Riceve su appuntamento ad Ivrea
Per qualunque informazione, richiesta di spiegazioni o dubbio, non esitate a contattarmi!
tel 347 3601579 (anche scrivendo su whatsapp)
mail giulio.borla@libero.it
Seguimi anche su Instagram (dott.giulio.borla)
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Psicologo Psicoterapeuta Borla di Ivrea: tecniche utilizzate e obiettivi
La Psicoterapia effettuata dal Dott. Borla utilizza tecniche che fanno riferimento ad un modello teorico che postula una complessa relazione tra emozioni, pensieri e comportamenti, sottolineando come molti dei nostri problemi siano influenzati da ciò che facciamo e pensiamo nel presente, il “qui ed ora”.
Quella attuata nello studio di Ivrea è, un confronto basato sulla "collaborazione attiva" tra psicologo e paziente, entrambi sono impegnati con le proprie competenze nel superamento del problema.
L'obiettivo è far ottenere cambiamenti positivi, suggerendo valide strategie per poter "attivare" tutte le risorse che il paziente stesso possiede per poter affrontare e superare le proprie difficoltà.
Quella attuata nello studio di Ivrea è, un confronto basato sulla "collaborazione attiva" tra psicologo e paziente, entrambi sono impegnati con le proprie competenze nel superamento del problema.
L'obiettivo è far ottenere cambiamenti positivi, suggerendo valide strategie per poter "attivare" tutte le risorse che il paziente stesso possiede per poter affrontare e superare le proprie difficoltà.
I compiti della terapia cognitivo comportamentale
Tra i compiti dello psicologo, quello di aiutare il soggetto ad individuare "pensieri ricorrenti", "schemi" rigidi di ragionamento e di interpretazione della realtà, che anticipano e rinforzano persistenti emozioni negative; a correggerli, arricchirli, rendendo più complesso il "sistema mente", ad integrarli con altri pensieri più funzionali al benessere del paziente.
In questo senso la terapia cognitivo-comportamentale prevede un ruolo attivo anche per il paziente.
Tra una seduta e l’altra, possono essere concordati "compiti a casa" attraverso i quali il paziente mette in atto le abilità e le tecniche apprese in seduta, per poterle testare, allenare e verificare nella realtà quotidiana, al fine di modificare le convinzioni e i comportamenti disfunzionali.
La metafora è quella di uno psicologo in veste di guida alpina e di un paziente desideroso di trovare e percorrere il suo “sentiero”. Lo psicologo-guida aiuterà via via il paziente a far propri quegli strumenti utili per orientarsi lungo il cammino, ma sarà sempre quest’ultimo a decidere dove andare. Come ogni buona guida, lo psicologo, a seconda della difficoltà dei vari passaggi potrà star davanti ad indicare la via, accanto o dietro, fiducioso che il paziente ormai possieda nel suo zaino tutto ciò che gli occorre, ma al contempo pronto ad intervenire se questi dovesse “inciampare”.
Nel campo della psicologia orientamenti di matrice psicoanalitica spesso insistono per una totale libertà d'esplorazione del mondo psichico del paziente, che talvolta si traduce in ulteriore "confusione mentale" ed in un inevitabile allungamento, virtualmente infinito, della durata di una terapia; il cognitivismo, fondandosi sulle recenti ricerche delle neuroscienze, dell'antropologia umana e dell'etologia, tende per definizione ad un intervento più direttivo e selettivo, con inserti di tipo psico-pedagogico.
In questo senso la terapia cognitivo-comportamentale prevede un ruolo attivo anche per il paziente.
Tra una seduta e l’altra, possono essere concordati "compiti a casa" attraverso i quali il paziente mette in atto le abilità e le tecniche apprese in seduta, per poterle testare, allenare e verificare nella realtà quotidiana, al fine di modificare le convinzioni e i comportamenti disfunzionali.
La metafora è quella di uno psicologo in veste di guida alpina e di un paziente desideroso di trovare e percorrere il suo “sentiero”. Lo psicologo-guida aiuterà via via il paziente a far propri quegli strumenti utili per orientarsi lungo il cammino, ma sarà sempre quest’ultimo a decidere dove andare. Come ogni buona guida, lo psicologo, a seconda della difficoltà dei vari passaggi potrà star davanti ad indicare la via, accanto o dietro, fiducioso che il paziente ormai possieda nel suo zaino tutto ciò che gli occorre, ma al contempo pronto ad intervenire se questi dovesse “inciampare”.
Nel campo della psicologia orientamenti di matrice psicoanalitica spesso insistono per una totale libertà d'esplorazione del mondo psichico del paziente, che talvolta si traduce in ulteriore "confusione mentale" ed in un inevitabile allungamento, virtualmente infinito, della durata di una terapia; il cognitivismo, fondandosi sulle recenti ricerche delle neuroscienze, dell'antropologia umana e dell'etologia, tende per definizione ad un intervento più direttivo e selettivo, con inserti di tipo psico-pedagogico.
Studio Borla: psicoterapia comportamentale e counselling psicologico
Nello studio del dott. Borla oltre ad interventi di psicoterapia individuale e di coppia si effettua intervento di Counselling psicologico.
Le caratteristiche che differenziano un intervento di consulenza effettuata da uno psicologo rispetto ad una psicoterapia vera e propria sono l’essere breve e focale.
Se per una psicoterapia si può considerare una durata media di un anno con sedute a cadenza settimanale, per un intervento di counselling di solito non si superano le dieci sedute.
La brevità consegue il fatto che il focus dell’intervento è un problema relazionale specifico che il paziente lamenta essere ciò che mina la sua ragionevole serenità.
Le caratteristiche che differenziano un intervento di consulenza effettuata da uno psicologo rispetto ad una psicoterapia vera e propria sono l’essere breve e focale.
Se per una psicoterapia si può considerare una durata media di un anno con sedute a cadenza settimanale, per un intervento di counselling di solito non si superano le dieci sedute.
La brevità consegue il fatto che il focus dell’intervento è un problema relazionale specifico che il paziente lamenta essere ciò che mina la sua ragionevole serenità.
I compiti dello psicologo psicoterapeuta a Ivrea
Utilizzando la tecnica della “moviola” (ripercorrere sequenze relazionali come se si guardasse un film) è possibile aumentare la capacità da parte del paziente di riconoscere il contributo relazionale di entrambi i partner lo scambio.
È fondamentale che lo psicologo solleciti il paziente a migliorare le sue capacità metacognitive, ovvero la capacità di rappresentazione della propria ed altrui mente.
Il presupposto è che non posso relazionarmi in modo soddisfacente e fluido con gli altri se non ho chiarezza circa i miei scopi ed un’adeguata rappresentazione del funzionamento mentale altrui.
I confini tra una psicoterapia ed un intervento di consulenza psicologica sono altresì sfumati, in quanto non è insolito che la coppia psicologo-paziente s’accorga che seppur declinandosi in modi diversi la difficoltà lamentata dal paziente perduri da tempo, imponendo l’esigenza di andare alle origini remote del comportamento disfunzionale.
Allo stesso modo, non è insolito che il tema “caldo” che il paziente di solito presenta come suo unico problema rappresenti solamente la punta dell’iceberg di diversi nodi dolenti mai affrontati e risolti.
Al contrario si può verificare la situazione in cui lo psicologo si renda conto che il paziente, magari indotto da altri, definisca certi suoi comportamenti insoliti se non “patologici”, laddove viceversa, attraverso un intervento di “normalizzazione” il paziente andrebbe aiutato a non considerarsi “malato”.
In ogni caso, sarà sempre cura della coppia psicologo-paziente, in un’ottica di collaborazione attiva, decidere se avviare un processo di maggior approfondimento o meno.
È fondamentale che lo psicologo solleciti il paziente a migliorare le sue capacità metacognitive, ovvero la capacità di rappresentazione della propria ed altrui mente.
Il presupposto è che non posso relazionarmi in modo soddisfacente e fluido con gli altri se non ho chiarezza circa i miei scopi ed un’adeguata rappresentazione del funzionamento mentale altrui.
I confini tra una psicoterapia ed un intervento di consulenza psicologica sono altresì sfumati, in quanto non è insolito che la coppia psicologo-paziente s’accorga che seppur declinandosi in modi diversi la difficoltà lamentata dal paziente perduri da tempo, imponendo l’esigenza di andare alle origini remote del comportamento disfunzionale.
Allo stesso modo, non è insolito che il tema “caldo” che il paziente di solito presenta come suo unico problema rappresenti solamente la punta dell’iceberg di diversi nodi dolenti mai affrontati e risolti.
Al contrario si può verificare la situazione in cui lo psicologo si renda conto che il paziente, magari indotto da altri, definisca certi suoi comportamenti insoliti se non “patologici”, laddove viceversa, attraverso un intervento di “normalizzazione” il paziente andrebbe aiutato a non considerarsi “malato”.
In ogni caso, sarà sempre cura della coppia psicologo-paziente, in un’ottica di collaborazione attiva, decidere se avviare un processo di maggior approfondimento o meno.
Psicoterapia e modello teorico cognitivista
La Psicoterapia effettuata dal Dott. Borla utilizza tecniche che fanno riferimento al modello teorico cognitivista.
La teoria cognitiva parte dall'assunto che il modo in cui le persone interpretano le loro esperienze esistenziali sia del tutto soggettivo ed influenzato da schemi rappresentativi di sé e di sé con l’altro sviluppatisi nelle prime relazioni infantili con le figure di attaccamento.
Questi schemi rappresentano le nostre “teorie sul mondo”, sul nostro valore personale, sulla possibilità di ricevere amore e così via, ovvero gli occhi attraverso cui guardiamo alla realtà.
Tendono a mantenersi stabili in quanto la mente procede nel suo evolversi cercando di mantenere una sua coerenza interna.
Nelle nostre vite, inconsciamente, andremo a selezionare per lo più quelle informazioni che confermano tali schemi iniziali, sino al punto di pensare che l’interpretazione che diamo agli accadimenti interni ed esterni sia l’unica vera e possibile.
La teoria cognitiva parte dall'assunto che il modo in cui le persone interpretano le loro esperienze esistenziali sia del tutto soggettivo ed influenzato da schemi rappresentativi di sé e di sé con l’altro sviluppatisi nelle prime relazioni infantili con le figure di attaccamento.
Questi schemi rappresentano le nostre “teorie sul mondo”, sul nostro valore personale, sulla possibilità di ricevere amore e così via, ovvero gli occhi attraverso cui guardiamo alla realtà.
Tendono a mantenersi stabili in quanto la mente procede nel suo evolversi cercando di mantenere una sua coerenza interna.
Nelle nostre vite, inconsciamente, andremo a selezionare per lo più quelle informazioni che confermano tali schemi iniziali, sino al punto di pensare che l’interpretazione che diamo agli accadimenti interni ed esterni sia l’unica vera e possibile.
Gli obiettivi dello psicologo psicoterapeuta di Ivrea dott. Borla
Il compito dello psicoterapeuta cognitivo è proprio quello di “perturbare” il sistema mentale del paziente, avviando un processo di critica e revisione di tali schemi, vincolandolo ad osservare la realtà da altri punti di vista.
Riconducendo i nostri vissuti emotivi di fronte agli accadimenti presenti ad una modalità di reazione che si è formata all’interno delle prime relazioni significative si scioglie l’idea che ognuno di noi sia così “per nascita” e nella ricostruzione della propria storia di vita, poco per volta si comprende che le “idee” su noi stessi ed il mondo di cui siamo intrisi si sono formate alla luce del nostro passato; si comprende che allora sarebbe stato impossibile interpretare e rappresentare la realtà in altro modo; ma il presente non è il passato.
La metafora è quella di uno psicoterapeuta in veste di guida alpina e di un paziente desideroso di trovare e percorrere il suo “sentiero”.
Il terapeuta-guida aiuterà via via il paziente a far propri quegli strumenti utili per orientarsi lungo il cammino.
Come ogni buona guida, il terapeuta, a seconda della difficoltà dei vari passaggi potrà star davanti ad indicare la via, accanto o dietro, fiducioso che il paziente ormai possieda nel suo zaino tutto ciò che gli occorre, ma sempre attento a momenti di regressione parziale del paziente.
Riconducendo i nostri vissuti emotivi di fronte agli accadimenti presenti ad una modalità di reazione che si è formata all’interno delle prime relazioni significative si scioglie l’idea che ognuno di noi sia così “per nascita” e nella ricostruzione della propria storia di vita, poco per volta si comprende che le “idee” su noi stessi ed il mondo di cui siamo intrisi si sono formate alla luce del nostro passato; si comprende che allora sarebbe stato impossibile interpretare e rappresentare la realtà in altro modo; ma il presente non è il passato.
La metafora è quella di uno psicoterapeuta in veste di guida alpina e di un paziente desideroso di trovare e percorrere il suo “sentiero”.
Il terapeuta-guida aiuterà via via il paziente a far propri quegli strumenti utili per orientarsi lungo il cammino.
Come ogni buona guida, il terapeuta, a seconda della difficoltà dei vari passaggi potrà star davanti ad indicare la via, accanto o dietro, fiducioso che il paziente ormai possieda nel suo zaino tutto ciò che gli occorre, ma sempre attento a momenti di regressione parziale del paziente.
Caratteristiche della psicoterapia cognitiva
La psicoterapia cognitiva si distingue da orientamenti di matrice psicodinamica in quanto più direttiva, selettiva ed intrisa di inserti psico-pedagogici che tendono a diminuire la confusione mentale del paziente, specchio della confusione dei nostri tempi.
Non è una terapia di tipo “archeologico”, tesa a portare aprioristicamente alla luce tutto ciò che il paziente può aver dimenticato; il che spesso si traduce in ulteriore confusione ed in un inevitabile allungamento, virtualmente infinito, della durata di una psicoterapia.
Non è insolito dopo mesi di tali percorsi trovarsi nella situazione di non aver alcuna chiarezza su cosa si sia fatto in terapia e su eventuali risultati ottenuti.
Non si tratta nemmeno dell’indottrinamento proposto dalle varie pratiche “new age” (operatori olistici, sciamanici...), le quali tendono indistintamente a trasformare i pazienti in allievi/adepti.
Non è una terapia di tipo “archeologico”, tesa a portare aprioristicamente alla luce tutto ciò che il paziente può aver dimenticato; il che spesso si traduce in ulteriore confusione ed in un inevitabile allungamento, virtualmente infinito, della durata di una psicoterapia.
Non è insolito dopo mesi di tali percorsi trovarsi nella situazione di non aver alcuna chiarezza su cosa si sia fatto in terapia e su eventuali risultati ottenuti.
Non si tratta nemmeno dell’indottrinamento proposto dalle varie pratiche “new age” (operatori olistici, sciamanici...), le quali tendono indistintamente a trasformare i pazienti in allievi/adepti.
Lo psicoterapeuta cognitivo non si distingue dal paziente tanto per il suo livello di salute e/o felicità, quanto per un maggior grado di lungimiranza (saper vedere oltre) che gli deriva dall'esperienza delle sofferenze patite e superate, nella consapevolezza che altre l'attenderanno perché la Vita è rischio, sfida, scommessa; ed è impensabile non cadere mai (“essere umano” dal latino humilis, fragile, debole, terreno, imperfetto), ma è possibile raggiungere la consapevolezza che se lo si vuole ci si può rialzare.
Si tratta di chiarire che per sua natura (struttura e funzionalità cerebrale) l'Uomo è un “attributore di senso”; ovvero può aspirare alla sua quota di serenità solo attribuendo un senso alle varie esperienze, e da ultimo alla Vita stessa.
La lungimiranza dello psicoterapeuta è simile a quella che dovrebbe possedere un genitore nel definire un percorso educativo chiaro per i propri figli, affinché non abbiano da scalare una “parete di vetro”.
Il senso ed i significati che individualmente attribuiamo alle nostre esperienze rappresentano gli appigli che in parete l'alpinista utilizza per raggiungere la vetta.
In ogni caso, ribadendo il concetto di paziente come miglior “esperto di sé stesso” invito tutti coloro che si avvicinano ad un percorso di analisi personale ad ascoltare e prendere per vere le proprie sensazioni interne riguardo la persona alla quale si sono rivolti.
La psicoterapia è un incontro umano e non tutti gli psicoterapeuti possono “funzionare” con gli stessi pazienti al di là della cornice teorica di riferimento del terapeuta, e della sua bontà professionale.
Si tratta di chiarire che per sua natura (struttura e funzionalità cerebrale) l'Uomo è un “attributore di senso”; ovvero può aspirare alla sua quota di serenità solo attribuendo un senso alle varie esperienze, e da ultimo alla Vita stessa.
La lungimiranza dello psicoterapeuta è simile a quella che dovrebbe possedere un genitore nel definire un percorso educativo chiaro per i propri figli, affinché non abbiano da scalare una “parete di vetro”.
Il senso ed i significati che individualmente attribuiamo alle nostre esperienze rappresentano gli appigli che in parete l'alpinista utilizza per raggiungere la vetta.
In ogni caso, ribadendo il concetto di paziente come miglior “esperto di sé stesso” invito tutti coloro che si avvicinano ad un percorso di analisi personale ad ascoltare e prendere per vere le proprie sensazioni interne riguardo la persona alla quale si sono rivolti.
La psicoterapia è un incontro umano e non tutti gli psicoterapeuti possono “funzionare” con gli stessi pazienti al di là della cornice teorica di riferimento del terapeuta, e della sua bontà professionale.