E'indicata una psicoterapia ad indirizzo cognitivo-comportsmentale, generalmente a frequenza settimanale.
Se necessario, ad essa può essere affiancato un trattamento farmacologico.
La psicoterapia si pone come obiettivo principale quello di ridurre la sofferenza degli individui che presentano tale disturbo, migliorando la qualità della loro vita.
Condizione necessaria per il raggiungimento di tale obiettivo è la costruzione e regolazione dell’alleanza terapeutica; una particolare cura andrà posta di conseguenza alla qualità del legame medico-paziente, fatto di reciproca fiducia e rispetto.
Il terapeuta deve porre particolare sttenzione al controtransfert (cosa gli fa provare il paziente) per comprendere i "giochi relazionali" da quest'ultimo messi in atto e potergliene mostrare la natura.
Qualora entrasse in tali giochi non avrebbe il necessario distacco per comprenderne la natura e farla comprendere al paziente.
In particolare si fa riferimento a dinamiche di:
- distacco
- competizione
- idealizzazione e svalutazione
La relazione è il contesto favorente la presa di coscienza di aspetti disfunzionali del suo funzionamento, così da rendere possibili esperienze correttive su di essi.
Ad esempio, un paziente che cerca di competere con il terapeuta per il proprio valore personale non dovrebbe certo trovare nel medico una risposta speculare di competizione, bensì trovarsi di fronte ad un terapeuta che gli mostra l'inutilità di quello che sta mettendo in atto in quanto non si è in un contesto competitivo, laddove l'ultimo desiderio di un terapeuta è quello di far sentire inferiore il suo paziente.
Comprendere questo, per un paziente, significa fare i conti con i propri vissuti (non sono gli altri che mi giudicano inferiore ma io stesso) e conseguente motivazione ad indagare dentro se.
Un altro aspetto importante consiste nell'aiutare il paziente ad identificare tutti i suoi stati emotivi interni (grandiosità, vuoto, depressione, invidia, rabbia, vergogna...) per poterli poi connettere in senso causale ad eventi relazionali occorsi nella vita del paziente, con particolare riferimento all'infanzia.
Se ad esempio comprendo che ogni qual volta provo vergogna cerco di sminuire l'altro, comprendo automaticamente che un mio problema ruota attorno a vissuti di vergogna; questa consapevolezza dovrebbe far nascere nel pazioente la curiosità di capire da dove provengano tali vissuti, in relazione alla propria storia di vita, in particolare infantile.
Tutto ciò porta via via il paziente, con l'aiuto del terapeuta, non solo a comprendere la non funzionalità delle sue reazioni, ma ad un cambiamento significativo nella percezione di sè e del mondo.
Contemporaneamente si presterà cura nell'aiutare ad interrompere circoli vizioni disfunzionali (tornando all'esempio: vergogna-attacco verso l'altro-contrattacco-vergogna e così via)
L'interruzione di tali circoli viziosi non può non migliorare la qualità di vita del paziente che automaticamente porta ad un aumento della propria autostima!
Questo, divenendo un circolo virtuoso (e non vizioso) motiverà il paziente ad individuare tutti i suoi vissuti problematci, non più percepiti come qualcosa da nascondere persino a se stessi come testimonianza di una propria presunta inferiorità, ma a cercare l'aiuto del terapeuta per prendere coscienza di sè.
Quando io so chi sono, pregi e difetti, non ho più bisogno di competere con nessuno; perchè "in quanto me stesso ho VALORE"
Non avrò neppure paura che un altro possa scoprire o addirittura accusarmi dei miei difetti, in quanto sarò il primo ad ammetterli.
L'altro di conseguenza da "soggetto pericoloso" per la mia autostima potrà al limite diventare "soggetto noioso ed inutile alla mia vita"; non tenterò di "schiacciarlo", ma di "evitatarlo" sino a provare compassione e misericordia per una persona che non ha di meglio da fare nella vita che passare il tempo a criticare gli altri.
Per correttezza segnalo che non risulto registrato come psicoterapeuta al relativo ordine in quanto pur avendo effettuato TUTTO il percorso previsto, nello specifico, dalla suola di specializzazione in psicoterapia cognitiva del prof. Veglia, non ho ancora potuto formalizzare la mia posizione per problemi di salute personale.
Tutto ciò é naturalmente testimoniabile dalla suddetta scuola e professore.
Se necessario, ad essa può essere affiancato un trattamento farmacologico.
La psicoterapia si pone come obiettivo principale quello di ridurre la sofferenza degli individui che presentano tale disturbo, migliorando la qualità della loro vita.
Condizione necessaria per il raggiungimento di tale obiettivo è la costruzione e regolazione dell’alleanza terapeutica; una particolare cura andrà posta di conseguenza alla qualità del legame medico-paziente, fatto di reciproca fiducia e rispetto.
Il terapeuta deve porre particolare sttenzione al controtransfert (cosa gli fa provare il paziente) per comprendere i "giochi relazionali" da quest'ultimo messi in atto e potergliene mostrare la natura.
Qualora entrasse in tali giochi non avrebbe il necessario distacco per comprenderne la natura e farla comprendere al paziente.
In particolare si fa riferimento a dinamiche di:
- distacco
- competizione
- idealizzazione e svalutazione
La relazione è il contesto favorente la presa di coscienza di aspetti disfunzionali del suo funzionamento, così da rendere possibili esperienze correttive su di essi.
Ad esempio, un paziente che cerca di competere con il terapeuta per il proprio valore personale non dovrebbe certo trovare nel medico una risposta speculare di competizione, bensì trovarsi di fronte ad un terapeuta che gli mostra l'inutilità di quello che sta mettendo in atto in quanto non si è in un contesto competitivo, laddove l'ultimo desiderio di un terapeuta è quello di far sentire inferiore il suo paziente.
Comprendere questo, per un paziente, significa fare i conti con i propri vissuti (non sono gli altri che mi giudicano inferiore ma io stesso) e conseguente motivazione ad indagare dentro se.
Un altro aspetto importante consiste nell'aiutare il paziente ad identificare tutti i suoi stati emotivi interni (grandiosità, vuoto, depressione, invidia, rabbia, vergogna...) per poterli poi connettere in senso causale ad eventi relazionali occorsi nella vita del paziente, con particolare riferimento all'infanzia.
Se ad esempio comprendo che ogni qual volta provo vergogna cerco di sminuire l'altro, comprendo automaticamente che un mio problema ruota attorno a vissuti di vergogna; questa consapevolezza dovrebbe far nascere nel pazioente la curiosità di capire da dove provengano tali vissuti, in relazione alla propria storia di vita, in particolare infantile.
Tutto ciò porta via via il paziente, con l'aiuto del terapeuta, non solo a comprendere la non funzionalità delle sue reazioni, ma ad un cambiamento significativo nella percezione di sè e del mondo.
Contemporaneamente si presterà cura nell'aiutare ad interrompere circoli vizioni disfunzionali (tornando all'esempio: vergogna-attacco verso l'altro-contrattacco-vergogna e così via)
L'interruzione di tali circoli viziosi non può non migliorare la qualità di vita del paziente che automaticamente porta ad un aumento della propria autostima!
Questo, divenendo un circolo virtuoso (e non vizioso) motiverà il paziente ad individuare tutti i suoi vissuti problematci, non più percepiti come qualcosa da nascondere persino a se stessi come testimonianza di una propria presunta inferiorità, ma a cercare l'aiuto del terapeuta per prendere coscienza di sè.
Quando io so chi sono, pregi e difetti, non ho più bisogno di competere con nessuno; perchè "in quanto me stesso ho VALORE"
Non avrò neppure paura che un altro possa scoprire o addirittura accusarmi dei miei difetti, in quanto sarò il primo ad ammetterli.
L'altro di conseguenza da "soggetto pericoloso" per la mia autostima potrà al limite diventare "soggetto noioso ed inutile alla mia vita"; non tenterò di "schiacciarlo", ma di "evitatarlo" sino a provare compassione e misericordia per una persona che non ha di meglio da fare nella vita che passare il tempo a criticare gli altri.
Per correttezza segnalo che non risulto registrato come psicoterapeuta al relativo ordine in quanto pur avendo effettuato TUTTO il percorso previsto, nello specifico, dalla suola di specializzazione in psicoterapia cognitiva del prof. Veglia, non ho ancora potuto formalizzare la mia posizione per problemi di salute personale.
Tutto ciò é naturalmente testimoniabile dalla suddetta scuola e professore.