Leo Sternbach, lo scienziato che nel 1963 creò il valium.
Una droga o una grande scoperta dell'umanità?
E' stato importante per tutta l'umanità fin dal '63, quando fece la grande invenzione: Leo Sternbach, creatore del Valium, morto l'1 ottobre a 93 anni. Ebreo, nato ad Abbazia che allora faceva parte dell'Austria, studente a Cracovia, scappato per le persecuzioni razziali in Svizzera e poi in America, dove si mise a lavorare per la Roche.
L'importanza del Valium nella vita quotidiana dell'umanità è immensa.
Pochi anni fa una rivista pose una domanda: qual è stata la più grande invenzione o scoperta dell'umanità?
Alcuni risposero "Dio" (ponendolo tra le creazioni dell'uomo, e non viceversa), alcuni l'atomica, qualcuno la
pillola anticoncezionale, qualcuno, però, citò il Valium.
Il Valium dà la pace, placa l'ansia, concilia il sonno.
Permette di lavorare, tirare avanti col matrimonio, con l'impiego, le frustrazioni, le ingiustizie.
Certo, ha delle controindicazioni: intossica un po' (parlo alla buona), crea dipendenza, e non risolve i problemi, ma semplicemente li tiene a bada.
Ma tenere a bada i problemi può essere il discrimine tra vivere e suicidarsi, tra restare in famiglia e scappare, tra lavorare e mollare tutto, tra laurearsi e abbandonare gli studi.
Il dottor Jekyll ha inventato un farmaco che trasforma l'uomo in mostro, lo carica di aggressività, lo spinge al delitto, gli cambia la mente.
Il Valium percorre la strada inversa: trasforma il mostro in uomo.
Il mostro divorato dall'ansia, dominato dalla nevrosi.
Certo, col Valium dormi e lavori, magari un po' intontito, comunque dormi e lavori.
Dopo di che, i problemi restano intatti. Il Valium non è l'analisi, che li affronta e li dissolve.
Una droga o una grande scoperta dell'umanità?
E' stato importante per tutta l'umanità fin dal '63, quando fece la grande invenzione: Leo Sternbach, creatore del Valium, morto l'1 ottobre a 93 anni. Ebreo, nato ad Abbazia che allora faceva parte dell'Austria, studente a Cracovia, scappato per le persecuzioni razziali in Svizzera e poi in America, dove si mise a lavorare per la Roche.
L'importanza del Valium nella vita quotidiana dell'umanità è immensa.
Pochi anni fa una rivista pose una domanda: qual è stata la più grande invenzione o scoperta dell'umanità?
Alcuni risposero "Dio" (ponendolo tra le creazioni dell'uomo, e non viceversa), alcuni l'atomica, qualcuno la
pillola anticoncezionale, qualcuno, però, citò il Valium.
Il Valium dà la pace, placa l'ansia, concilia il sonno.
Permette di lavorare, tirare avanti col matrimonio, con l'impiego, le frustrazioni, le ingiustizie.
Certo, ha delle controindicazioni: intossica un po' (parlo alla buona), crea dipendenza, e non risolve i problemi, ma semplicemente li tiene a bada.
Ma tenere a bada i problemi può essere il discrimine tra vivere e suicidarsi, tra restare in famiglia e scappare, tra lavorare e mollare tutto, tra laurearsi e abbandonare gli studi.
Il dottor Jekyll ha inventato un farmaco che trasforma l'uomo in mostro, lo carica di aggressività, lo spinge al delitto, gli cambia la mente.
Il Valium percorre la strada inversa: trasforma il mostro in uomo.
Il mostro divorato dall'ansia, dominato dalla nevrosi.
Certo, col Valium dormi e lavori, magari un po' intontito, comunque dormi e lavori.
Dopo di che, i problemi restano intatti. Il Valium non è l'analisi, che li affronta e li dissolve.