Se non c'è umiltà non c'è amore. Se siamo capaci di amore lo vediamo nei momenti di difficoltà, ed è lì che veniamo messi alla prova.
Le imprecazioni, l'augurare il male, qualsiasi pensiero, parola o atto violento vanno nella direzione opposta e contraria a ciò che potremmo chiamare amore il quale non dovrebbe esserci soltanto quando è comodo, conveniente, direttamente e prontamente vantaggioso, facile da essere od attivare.
E' nelle situazioni più difficili e delicate che abbiamo la possibilità di alimentare le trasformazioni, o contribuire a diminuire le divisioni, i muri, le barriere, gli attriti, ogni forma di violenza gli uni con gli altri.
E tutto questo nasce da un semplice quanto inizialmente difficile atto di umiltà: inchinarsi all'altro e tendergli la mano.
Nella nostra vita ci sono varie occasioni per poter far questo: ad esempio quando si vorrebbe recuperare un'amicizia o un rapporto deteriorato e trasformatosi in gelido silenzio, rancore od indifferenza.
Non ci sono muri di cemento armato, non c'è un muro di Berlino in mezzo: basta un semplice gesto di umiltà, una telefonata, una parola, un chiarimento, chiedere scusa, fare autocritica. E' tanto difficile?
Esigere di essere chiamato ingegnere, avvocato, giudice, onorevole, ha a che vedere con l'umiltà? Chi è umile si pone all'ultimo posto, chiede quasi di passare inosservato, di essere trasparente, invisibile, cammina per il mondo in punta di piedi, e teme persino di calpestare una formica. Spesso è pure silenzioso, non ha opinioni, non esprime giudizi, non si schiera, tende all'equilibrio. Non spreca energie, non chiede mai nulla, interagisce col mondo per il piacere di farlo, senza mai pensare ad alcun tornaconto. Come fa una persona a crescere senza voler cambiare? Non può perché la crescita implica un cambiamento. E’ impossibile. E’ come immaginarsi che un bambino, con la crescita rimanga identico sia nel corpo che nella mente. Non è per niente cresciuto. Allora come si fa a cambiare? Per cambiare serve l’umiltà.
Umiltà è pure la disposizione verso il proprio cambiamento, è un abbandono della presunzione di non dover cambiare, ci modifichiamo continuamente, in accordo con le leggi della natura. Se c'è rigidità, se ci sono orgoglio e presunzione, se c'è durezza nel cuore ed in tutti i sensi, se c'è resistenza, se c'è superbia, se c'è immobilità e fermezza estrema nelle proprie posizioni, il movimento, il cambiamento, la crescita, l'evoluzione non vengono agevolati. Il miglioramento nasce grazie alla nostra flessibilità, adattabilità, ricettività, sensibilità, elasticità, malleabilità, versatilità; in una parola la nostra crescita ed evoluzione è collegata alla nostra umiltà, e nell'umiltà siamo nell'amore.
L'umiltà è quel segno di forza che ci permette di danzare nel mondo senza mai competere con nessuno, e per mezzo del quale diventiamo noi stessi.
E nell'umiltà non ci vergogniamo di mostrarci come siamo, con tutta la nostra fragilità e debolezza.
Andiamo per il mondo in punta di piedi, e senza vergogna. E nell'umiltà siamo sempre nuovi, nasciamo nuovi ogni giorno, ad ogni istante, dimentichi delle nostre opere e delle nostre azioni e delle nostre conquiste.
Nell'umiltà torniamo quindi continuamente bambini, non sappiamo nulla, e ci accostiamo prudentemente al mondo, con gli occhi pieni di stupore, curiosità e meraviglia. Ecco perché i bambini sono disarmanti: perché nella loro sincerità, nella loro freschezza, nella loro genuinità, nella loro spontaneità, nella loro immediatezza, nella loro semplicità, nella loro innocenza, sono estremamente umili (magari senza saperlo, perché tutto sorge naturale).
Nell'umiltà c'è la predisposizione ad imparare sempre, nella scuola della vita, anche se avessimo cent'anni o un bagaglio enorme di esperienza alle spalle. Nell'umiltà quindi non c'è l'esercizio di alcun potere (anche se fosse disponibile), non c'è alcun abuso o atto di superiorità: semplicemente si danza per il mondo in puro spirito di servizio ed amore, con un senso di gratitudine immenso, silenzioso o manifesto, per tutto ciò che ci circonda. Confonde tutte le nostre false certezze, tutte le presunte verità acquisite, confonde tutta la sapienza dell'uomo, che non è per nulla sapienza divina, è ben lontana dall'esserlo.
La sapienza è dell'umile, che neppure sa di averla. Non è sua, non se ne appropria.
Lasciamo perdere la mente, i ragionamenti i pensieri e le parole. E' meglio farci prendere per mano, e farci guidare. Da chi? Da che cosa?
Ognuno trovi da sé la sua risposta e il suo cammino!
Le imprecazioni, l'augurare il male, qualsiasi pensiero, parola o atto violento vanno nella direzione opposta e contraria a ciò che potremmo chiamare amore il quale non dovrebbe esserci soltanto quando è comodo, conveniente, direttamente e prontamente vantaggioso, facile da essere od attivare.
E' nelle situazioni più difficili e delicate che abbiamo la possibilità di alimentare le trasformazioni, o contribuire a diminuire le divisioni, i muri, le barriere, gli attriti, ogni forma di violenza gli uni con gli altri.
E tutto questo nasce da un semplice quanto inizialmente difficile atto di umiltà: inchinarsi all'altro e tendergli la mano.
Nella nostra vita ci sono varie occasioni per poter far questo: ad esempio quando si vorrebbe recuperare un'amicizia o un rapporto deteriorato e trasformatosi in gelido silenzio, rancore od indifferenza.
Non ci sono muri di cemento armato, non c'è un muro di Berlino in mezzo: basta un semplice gesto di umiltà, una telefonata, una parola, un chiarimento, chiedere scusa, fare autocritica. E' tanto difficile?
Esigere di essere chiamato ingegnere, avvocato, giudice, onorevole, ha a che vedere con l'umiltà? Chi è umile si pone all'ultimo posto, chiede quasi di passare inosservato, di essere trasparente, invisibile, cammina per il mondo in punta di piedi, e teme persino di calpestare una formica. Spesso è pure silenzioso, non ha opinioni, non esprime giudizi, non si schiera, tende all'equilibrio. Non spreca energie, non chiede mai nulla, interagisce col mondo per il piacere di farlo, senza mai pensare ad alcun tornaconto. Come fa una persona a crescere senza voler cambiare? Non può perché la crescita implica un cambiamento. E’ impossibile. E’ come immaginarsi che un bambino, con la crescita rimanga identico sia nel corpo che nella mente. Non è per niente cresciuto. Allora come si fa a cambiare? Per cambiare serve l’umiltà.
Umiltà è pure la disposizione verso il proprio cambiamento, è un abbandono della presunzione di non dover cambiare, ci modifichiamo continuamente, in accordo con le leggi della natura. Se c'è rigidità, se ci sono orgoglio e presunzione, se c'è durezza nel cuore ed in tutti i sensi, se c'è resistenza, se c'è superbia, se c'è immobilità e fermezza estrema nelle proprie posizioni, il movimento, il cambiamento, la crescita, l'evoluzione non vengono agevolati. Il miglioramento nasce grazie alla nostra flessibilità, adattabilità, ricettività, sensibilità, elasticità, malleabilità, versatilità; in una parola la nostra crescita ed evoluzione è collegata alla nostra umiltà, e nell'umiltà siamo nell'amore.
L'umiltà è quel segno di forza che ci permette di danzare nel mondo senza mai competere con nessuno, e per mezzo del quale diventiamo noi stessi.
E nell'umiltà non ci vergogniamo di mostrarci come siamo, con tutta la nostra fragilità e debolezza.
Andiamo per il mondo in punta di piedi, e senza vergogna. E nell'umiltà siamo sempre nuovi, nasciamo nuovi ogni giorno, ad ogni istante, dimentichi delle nostre opere e delle nostre azioni e delle nostre conquiste.
Nell'umiltà torniamo quindi continuamente bambini, non sappiamo nulla, e ci accostiamo prudentemente al mondo, con gli occhi pieni di stupore, curiosità e meraviglia. Ecco perché i bambini sono disarmanti: perché nella loro sincerità, nella loro freschezza, nella loro genuinità, nella loro spontaneità, nella loro immediatezza, nella loro semplicità, nella loro innocenza, sono estremamente umili (magari senza saperlo, perché tutto sorge naturale).
Nell'umiltà c'è la predisposizione ad imparare sempre, nella scuola della vita, anche se avessimo cent'anni o un bagaglio enorme di esperienza alle spalle. Nell'umiltà quindi non c'è l'esercizio di alcun potere (anche se fosse disponibile), non c'è alcun abuso o atto di superiorità: semplicemente si danza per il mondo in puro spirito di servizio ed amore, con un senso di gratitudine immenso, silenzioso o manifesto, per tutto ciò che ci circonda. Confonde tutte le nostre false certezze, tutte le presunte verità acquisite, confonde tutta la sapienza dell'uomo, che non è per nulla sapienza divina, è ben lontana dall'esserlo.
La sapienza è dell'umile, che neppure sa di averla. Non è sua, non se ne appropria.
Lasciamo perdere la mente, i ragionamenti i pensieri e le parole. E' meglio farci prendere per mano, e farci guidare. Da chi? Da che cosa?
Ognuno trovi da sé la sua risposta e il suo cammino!