Rincresce constatare che lo Psicologo sia ancora nell'ignoranza di molti, forse dei più,il “medico dei matti”.
“Io non sono mica matto...non ne ho bisogno”, qualora venisse consigliato da amici o familiari.
Proprio per questo, voglio essere “estremo”: Lo Psicologo è il medico dei Sani.
Occorrono capacità non da tutti per, con onestà intellettuale, guardare dentro di sé; osservare con coraggio, senza mettere in atto meccanismi di rimozione, la propria fragilità, che ricordo essere la caratteristica peculiare dell'essere umano (come spiega molto bene il Prof. Andreoli nel “L'uomo di Vetro”).
Poichè è attraverso le nostre fragilità che avvertiamo il senso del limite, che seppur umiliante, ci spinge ad andar oltre, migliorando se stessi andando incontro agli altri, percepiti come fratelli e sorelle (in quanto fragili quanto noi) in questo viaggio che si chiama Vita.
La condizione Umana è imperfetta e fragile per definizione; chiunque non ne sia consapevole corre il grosso rischio di vivere una vita “finta”, da alieno; senza considerare che stando così le cose, prima o poi, tutti i nodi verranno al pettine e la propria “presunzione” porgerà il conto più salato.
Nulla possiamo fare impunemente, poiché come ci sono leggi della fisica, dell'alimentazione, dello sport (normalmente accettate) ci sono anche leggi psicologiche, che contrastano ampiamente il tanto di moda: “faccio ciò che mi pare, purchè non uccida nessuno!”.
Al comportamento A segue il “sintomo” B!
Tutto ciò è nettamente in contrasto con un'epoca storica in cui viene invocata, per il buon vivere, una fasulla e pressochè totale libertà, nonché la necessità/opportunità di fare più esperienze possibili, senza tener minimamente in considerazione i rischi psicologici.
Ed è così che lo Psicologo, dopo anni di osservazione del legame tra A e B, viene scambiato per un “indovino”... “ma come faceva a saperlo?” chiede il paziente.
E' per questo motivo che in un'epoca di “esplorazione imprudente” credo che tra i compiti di uno Psicologo ci sia quello di avvertire, spiegando nel modo più chiaro possibile, le conseguenze di certi comportamenti, restando ovviamente il paziente libero di scegliere, una volta informato, circa la sua vita.
Un altro luogo comune, del tutto errato, è che un individuo forte non abbia bisogno di nessuno per risolvere i propri problemi, ammesso che si renda conto di averne.
E' esattamente il contrario: quanta forza occorre per ammettere una propria debolezza, per parlarne con un estraneo ponendosi in una condizione di totale vulnerabilità; occorre vincere la propria vergogna; occorre una struttura di personalità sufficientemente forte da non collassare (a livello di autostima) nell'ammettere un “crepa” all'interno di sé.
Di solito, è proprio colui che non andrebbe mai da uno Psicologo a difettare di tale solidità di struttura; colui che avverte, seppur inconsciamente, che basterebbe un piccolo sassolino per far inceppare l'intero ingranaggio delle sue poche e infondate certezze.
Quanta forza, coraggio e una certa dose di intelligenza che permette di osservarsi dall'esterno mettendosi in discussione; rivolgendosi ad una persona mettendo in conto la possibilità di dover cambiare le proprie credenze consolidate.
Quanta elasticità mentale e quanto coraggio per abbandonare le vecchie abitudini, i vecchi modi di pensare, vivendo una fase di incertezza (crisi) prima di adottarne di nuovi.
Amo il mio lavoro, perchè ho a che fare con la parte sana della società!
“Io non sono mica matto...non ne ho bisogno”, qualora venisse consigliato da amici o familiari.
Proprio per questo, voglio essere “estremo”: Lo Psicologo è il medico dei Sani.
Occorrono capacità non da tutti per, con onestà intellettuale, guardare dentro di sé; osservare con coraggio, senza mettere in atto meccanismi di rimozione, la propria fragilità, che ricordo essere la caratteristica peculiare dell'essere umano (come spiega molto bene il Prof. Andreoli nel “L'uomo di Vetro”).
Poichè è attraverso le nostre fragilità che avvertiamo il senso del limite, che seppur umiliante, ci spinge ad andar oltre, migliorando se stessi andando incontro agli altri, percepiti come fratelli e sorelle (in quanto fragili quanto noi) in questo viaggio che si chiama Vita.
La condizione Umana è imperfetta e fragile per definizione; chiunque non ne sia consapevole corre il grosso rischio di vivere una vita “finta”, da alieno; senza considerare che stando così le cose, prima o poi, tutti i nodi verranno al pettine e la propria “presunzione” porgerà il conto più salato.
Nulla possiamo fare impunemente, poiché come ci sono leggi della fisica, dell'alimentazione, dello sport (normalmente accettate) ci sono anche leggi psicologiche, che contrastano ampiamente il tanto di moda: “faccio ciò che mi pare, purchè non uccida nessuno!”.
Al comportamento A segue il “sintomo” B!
Tutto ciò è nettamente in contrasto con un'epoca storica in cui viene invocata, per il buon vivere, una fasulla e pressochè totale libertà, nonché la necessità/opportunità di fare più esperienze possibili, senza tener minimamente in considerazione i rischi psicologici.
Ed è così che lo Psicologo, dopo anni di osservazione del legame tra A e B, viene scambiato per un “indovino”... “ma come faceva a saperlo?” chiede il paziente.
E' per questo motivo che in un'epoca di “esplorazione imprudente” credo che tra i compiti di uno Psicologo ci sia quello di avvertire, spiegando nel modo più chiaro possibile, le conseguenze di certi comportamenti, restando ovviamente il paziente libero di scegliere, una volta informato, circa la sua vita.
Un altro luogo comune, del tutto errato, è che un individuo forte non abbia bisogno di nessuno per risolvere i propri problemi, ammesso che si renda conto di averne.
E' esattamente il contrario: quanta forza occorre per ammettere una propria debolezza, per parlarne con un estraneo ponendosi in una condizione di totale vulnerabilità; occorre vincere la propria vergogna; occorre una struttura di personalità sufficientemente forte da non collassare (a livello di autostima) nell'ammettere un “crepa” all'interno di sé.
Di solito, è proprio colui che non andrebbe mai da uno Psicologo a difettare di tale solidità di struttura; colui che avverte, seppur inconsciamente, che basterebbe un piccolo sassolino per far inceppare l'intero ingranaggio delle sue poche e infondate certezze.
Quanta forza, coraggio e una certa dose di intelligenza che permette di osservarsi dall'esterno mettendosi in discussione; rivolgendosi ad una persona mettendo in conto la possibilità di dover cambiare le proprie credenze consolidate.
Quanta elasticità mentale e quanto coraggio per abbandonare le vecchie abitudini, i vecchi modi di pensare, vivendo una fase di incertezza (crisi) prima di adottarne di nuovi.
Amo il mio lavoro, perchè ho a che fare con la parte sana della società!