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August 20th, 2020

20/8/2020

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Le Ferite sono il motore della nostra forza!
(Rambo non vince sempre perchè ha il fucile migliore ma perchè è pieno di cicatrici).
DAL MEDICO
Nella sala d'attesa, due donne.
Sono provate visibilmente dal "dolore" nel volto. Gli occhi sono gonfi delle lacrime versate...
Lo sguardo basso verso il pavimento.
" Non é facile" dice l'una all'altra. " Giá non é facile, speriamo in questo nuovo dottore!".
LA VISITA
Il medico visitando le due pazienti misura con gli strumenti a sua disposizione il livello (quantitá) di sofferenza che stanno patendo.
S'interroga sulla cura e formula diagnosi con prescrizione farmacologica.
Ad entrambe prescrive la medesima medicina ed il medesimo dosaggio (livello quantitativo-soggettivo di sofferenza percepito uguale).
La quantitá del dolore é OGGETTIVAMENTE non misurabile se non attraverso come SOGGETTIVAMENTE il soggetto esprime e vive la propria sofferenza.
La QUALITA' della sofferenza incide di fatto anche sulla quantitá ma pertiene in modo particolare alla storia, alla NARRATIVA di quello specifico individuo, nondimeno a ciò che ha causato la stessa!
La QUALITA' ancor più della quantitá, non ha metro di misura.
Solo l'anima di quella persona può conoscere quello specifico dolore e solo indirettamente e molto parzialmente cercare di farsi capire da un'altra anima.
In questo caso:
La prima donna é un dipendente pubblico che ha passato un anno "pesante". Voleva raggiungere il livello di carriera che si era prefissata ma nonostante i suoi meriti... é stata promossa un'altra al suo posto.
Come promesso dai suo superiori il suo "turno" sará l'anno seguente ma lei si era prefissata un certo livello nella gerarchia aziendale entro i trent'anni e per questo obiettivo aveva impiegato tutte le sue forze.
La seconda donna é la madre di tre figli maschi, uno dei quali rimasto intrappolato nel "mondo" della tossicodipendenza con TUTTO ciò che comporta.
Convive da anni con la vergogna che é la stessa di suo figlio, con il dover "nascondere" per non sentire giudizi impietosi sul figlio e sulla madre che é stata.
Sente di aver sbagliato "tutto".
Nel volto é segnata dalle telefonate notturne dagli ospedali, dalle visite delle forze dell'ordine, dai chilometri percorsi alla ricerca di comprensione e di una speranza.
"... lo conosce suo figlio, cosa possiamo fare di più NOI... é evidente che é lui che non accetta il nostro AIUTO".
Si sente umiliata e colpevole.
Il padre del ragazzo é in carcere e gli altre due figli si sono trasferiti al Nord per lavoro.
Sa che non può permettersi di crollare.
Ma questa volta non ce l'ha più fatta a "sopportare": una delle tante telefonate nel cuore della notte. "É lei la madre di........".
Il figlio che da qualche mese non faceva più uso di sostanze é stato trovato morto nei bagni della stazione...
In un mondo GIUSTO questa donna, che ora si vergogna e si sente profondamente colpevole e inadeguata, dovrebbe essere considerata OGGETTIVAMENTE la regina della "foresta", l'animale alpha, colei che sa infondere coraggio e ispirazione agli altri!
Colei che sarebbe capace di aiutare a ridimensionare certi dolori "insegnando" a godere dei piccoli traguardi e momenti belli dell'immediato presente.
Sarebbe un "anti- ansia" per molti ed un esempio di gratitudine e di non giudizio verso gli altri esseri umani.


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