Accondiscendenza:
- qualità di chi tenta di evitare le controversie, adattabilità, arrendevolezza, docilità, indulgenza...
Dal significato non se ne evince sia un tratto negativo o positivo.
La domanda discriminante è:
Sono accondiscendente per me o per l'altro?
Se è per me:
- paura di "perdere" l'altro, paura di essere pensati in modo negativo, non chiarezza circa le proprie credenze e/o non sicurezza circa ciò che penso...
Sono evidenti gli aspetti "problematici".
Se è per l'altro:
- consapevolezza dei limiti di chi ho di fronte, dunque "cedo" strategicamente ed intenzionalmente per evitare uno scontro inutile, oppure riconosco il bisogno d'aver ragione di una persona a cui voglio bene, come un suo difetto e mi adatto ("chi ha l'intelligenza ce la metta") perchè nel complesso è una relazione positiva...
In questo secondo caso è segno di maturità ed autosufficienza.
Non ho bisogno mi sia riconosciuta la ragione, mantengo le mie idee che sono più che chiare e radicate.
Non vivo il conflitto come un attacco personale, ma come il bisogno d'aver a tutti costi ragione di una persona immatura, incapace al dialogo ed al mettersi in discussione fondamentalmente per debolezza...
Non si vince la paura di imporre le proprie idee facendo la "guerra", ma divenendo ragionevolmente non dipendenti dall'altro, dopo aver imparato a riconoscere la VERITÀ che è sempre solo una!
- qualità di chi tenta di evitare le controversie, adattabilità, arrendevolezza, docilità, indulgenza...
Dal significato non se ne evince sia un tratto negativo o positivo.
La domanda discriminante è:
Sono accondiscendente per me o per l'altro?
Se è per me:
- paura di "perdere" l'altro, paura di essere pensati in modo negativo, non chiarezza circa le proprie credenze e/o non sicurezza circa ciò che penso...
Sono evidenti gli aspetti "problematici".
Se è per l'altro:
- consapevolezza dei limiti di chi ho di fronte, dunque "cedo" strategicamente ed intenzionalmente per evitare uno scontro inutile, oppure riconosco il bisogno d'aver ragione di una persona a cui voglio bene, come un suo difetto e mi adatto ("chi ha l'intelligenza ce la metta") perchè nel complesso è una relazione positiva...
In questo secondo caso è segno di maturità ed autosufficienza.
Non ho bisogno mi sia riconosciuta la ragione, mantengo le mie idee che sono più che chiare e radicate.
Non vivo il conflitto come un attacco personale, ma come il bisogno d'aver a tutti costi ragione di una persona immatura, incapace al dialogo ed al mettersi in discussione fondamentalmente per debolezza...
Non si vince la paura di imporre le proprie idee facendo la "guerra", ma divenendo ragionevolmente non dipendenti dall'altro, dopo aver imparato a riconoscere la VERITÀ che è sempre solo una!