La povertá é una malattia sociale laddove ci sono ricchezze smisurate e come tale andrebbe "curata".
Disturba il senso di giustizia dell'essere umano.
Si declina anche in stato d'abbandono in cui si trovano i poveri.
Suicidi da denaro, quelli dei piccoli imprenditori, e di tutti coloro che vengono fatti sentire COLPEVOLI per non riuscir ad onorare i propri debiti o per il solo fatto di non possedere.
Le depressioni causate dalla perditá di dignità e di identità individuale e sociale.
Si é perso di vista il fatto che il denaro e le sue dinamiche sono convenzioni ed in quanto tali non possono intaccare il valore di un individuo al punto da sentir di non esistere, di sentire di divenire "invisibili".
Pare che il 70 per cento delle parole in famiglia si riferiscano direttamente o indirettamente al denaro.
Ognuno vale per il denaro che ha.
Quando il denaro dalla tasca entra in testa assistiamo a vere e proprie patologia da denaro.
Si genera il potere che porta al fare perché posso e non perché abbia senso o sia utile.
Si arriva a "discutere" pure con la vecchiaia (il giovanilista con i jeans stretti e una vent'enne a fianco).
Si inizia a pensare di essere immortali.
Non si accettano i limiti.
Si dimentica la propria fragilitá-umanitá.
Il denaro elimina l'idea del bisogno dell'altro.
Sviluppa onnipotenza e disumanitá.
Eppure i bisogni dell'uomo non abbisognano di denaro, ma dell'altro.
Bisogno di sicurezza (affettiva).
Bisogno di non stare soli.
Bisogno di dare senso alla vita (sentirsi utili).
Bisogno di societá (esistere).
Bisogno di uguaglianza e giustizia.
Disturba il senso di giustizia dell'essere umano.
Si declina anche in stato d'abbandono in cui si trovano i poveri.
Suicidi da denaro, quelli dei piccoli imprenditori, e di tutti coloro che vengono fatti sentire COLPEVOLI per non riuscir ad onorare i propri debiti o per il solo fatto di non possedere.
Le depressioni causate dalla perditá di dignità e di identità individuale e sociale.
Si é perso di vista il fatto che il denaro e le sue dinamiche sono convenzioni ed in quanto tali non possono intaccare il valore di un individuo al punto da sentir di non esistere, di sentire di divenire "invisibili".
Pare che il 70 per cento delle parole in famiglia si riferiscano direttamente o indirettamente al denaro.
Ognuno vale per il denaro che ha.
Quando il denaro dalla tasca entra in testa assistiamo a vere e proprie patologia da denaro.
Si genera il potere che porta al fare perché posso e non perché abbia senso o sia utile.
Si arriva a "discutere" pure con la vecchiaia (il giovanilista con i jeans stretti e una vent'enne a fianco).
Si inizia a pensare di essere immortali.
Non si accettano i limiti.
Si dimentica la propria fragilitá-umanitá.
Il denaro elimina l'idea del bisogno dell'altro.
Sviluppa onnipotenza e disumanitá.
Eppure i bisogni dell'uomo non abbisognano di denaro, ma dell'altro.
Bisogno di sicurezza (affettiva).
Bisogno di non stare soli.
Bisogno di dare senso alla vita (sentirsi utili).
Bisogno di societá (esistere).
Bisogno di uguaglianza e giustizia.