l piaceri sensoriali non possono sostenere la felicità perchè, "più ne ho", più quel piacere si
trasforma in sofferenza (ad es. più ne ho, più ne
voglio, dipendenza, sofferenza).
Non a caso, di solito passiamo da un "giocattolo" all'altro senza fine, continuando a sostenere l'illusione che il prossimo oggetto di
possesso finalmente...
Anche un bambino è in grado di capirlo, perchè
lo sperimenta quando, dopo l'entusiasmo
iniziale, abbandona il giocattolo del momento per desiderarne un altro.
Per capire dove e su cosa riponiamo il nostro
"sogno di felicità" basta osservare dove
mettiamo la maggior parte delle nostre
energie.
Mettere energia in ciò che è "positivo" non è ne
facile ne immediato.
Richiede uno sforzo, ma è possibile.
Siamo disposti a faticare per obiettivi in cui
crediamo veramente, che pensiamo raggiungibili, e rispetto ai quali crediamo di aver le risorse necessarie per esser realizzati.
Più l'obiettivo è "alto" più è necessaria una certa dose di capacità di "sognare" e di fiducia indiscriminata nelle proprie potenzialità.
Ciò che per noi è "positivo" coincide perlopiù nello sviluppo delle qualità interiori, che non seguono la moda del momento... in qualunque situazione ci ritroveremo in futuro, saranno d'aiuto per noi e per chi ci sta accanto!
Alcune qualità che aiutano a vivere meglio:
- la Generosità.
È dimostrato che le persone più felici sono quelle che condividono maggiormente ciò che hanno con gli altri.
- la Capacità di mantenere gli impegni presi.
Ci protegge dalle nostre "cattive abitudini", iniziando da piccole cose e per breve tempo... migliora la stima che abbiamo di noi stessi.
- la Pazienza.
Ovvero il non reagire con aggressività verso
di me e verso gli altri.
- la Concentrazione.
Che consiste nel "dominio" sulla mente, attraverso l'incominciare a diminuire le distrazioni.
L'alternativa allo sforzo di cercar di vivere è una condizione di sopravvivenza, la quale si qualifica attraverso l'attitudine a perseguire il piacere e fuggire ogni sofferenza.
Una condizione non dissimile ad esempio da quella di un animale al pascolo: soffre il sole e cerca l'ombra, poi si sposta verso l'erba più fresca...
La vita dell'uomo che sceglie esclusivamente di sopravvivere è solamente più complessa e articolata, ma il principio è il medesimo!
trasforma in sofferenza (ad es. più ne ho, più ne
voglio, dipendenza, sofferenza).
Non a caso, di solito passiamo da un "giocattolo" all'altro senza fine, continuando a sostenere l'illusione che il prossimo oggetto di
possesso finalmente...
Anche un bambino è in grado di capirlo, perchè
lo sperimenta quando, dopo l'entusiasmo
iniziale, abbandona il giocattolo del momento per desiderarne un altro.
Per capire dove e su cosa riponiamo il nostro
"sogno di felicità" basta osservare dove
mettiamo la maggior parte delle nostre
energie.
Mettere energia in ciò che è "positivo" non è ne
facile ne immediato.
Richiede uno sforzo, ma è possibile.
Siamo disposti a faticare per obiettivi in cui
crediamo veramente, che pensiamo raggiungibili, e rispetto ai quali crediamo di aver le risorse necessarie per esser realizzati.
Più l'obiettivo è "alto" più è necessaria una certa dose di capacità di "sognare" e di fiducia indiscriminata nelle proprie potenzialità.
Ciò che per noi è "positivo" coincide perlopiù nello sviluppo delle qualità interiori, che non seguono la moda del momento... in qualunque situazione ci ritroveremo in futuro, saranno d'aiuto per noi e per chi ci sta accanto!
Alcune qualità che aiutano a vivere meglio:
- la Generosità.
È dimostrato che le persone più felici sono quelle che condividono maggiormente ciò che hanno con gli altri.
- la Capacità di mantenere gli impegni presi.
Ci protegge dalle nostre "cattive abitudini", iniziando da piccole cose e per breve tempo... migliora la stima che abbiamo di noi stessi.
- la Pazienza.
Ovvero il non reagire con aggressività verso
di me e verso gli altri.
- la Concentrazione.
Che consiste nel "dominio" sulla mente, attraverso l'incominciare a diminuire le distrazioni.
L'alternativa allo sforzo di cercar di vivere è una condizione di sopravvivenza, la quale si qualifica attraverso l'attitudine a perseguire il piacere e fuggire ogni sofferenza.
Una condizione non dissimile ad esempio da quella di un animale al pascolo: soffre il sole e cerca l'ombra, poi si sposta verso l'erba più fresca...
La vita dell'uomo che sceglie esclusivamente di sopravvivere è solamente più complessa e articolata, ma il principio è il medesimo!