La gratitudine è un sentimento di gioia nel
ricevere, all'interno del concetto e dell'esperienza della "gratuità".
Non è un sentimento di debito nei confronti dell'altro ("no, ti ringrazio, non ho
bisogno"), all'interno dell'ottica "mercantile" del dare per ricevere.
Ed è una forma di generosità permettere
all'altro di aiutarci!
La prima forma di gratitudine a cui dovremmo far riferimento è quella nei confronti dei genitori.
Se oggi siamo qui, significa che quando non avevamo possibilità di nutrirci, camminare e lavarci da soli, i nostri se pur totalmente imperfetti genitori si sono presi cura di noi.
Poi verso chi ci ha insegnato a leggere e scrivere, e così via.
"Ma io non ho chiesto di essere messo al mondo", e rispetto agli insegnanti, "d'altronde era il loro lavoro".
Prima di tutto non è così scontato aver ricevuto tutto questo, ma il punto principale è che il sentimento di gratitudine serve primariamente a noi stessi.
Ci ricorda che siamo tutti "esseri bisognosi", all'interno di relazioni di interdipedenza.
E dalla consapevolezza del ricevere scaturisce la gioia del dare.
Interessante che, "io mi sono fatto da solo", sia lo stesso linguaggio del tossico, all'interno di un mondo ormai deprivato di relazioni umane, scalzate dalla presenza unica della sostanza, con la quale "mi faccio".
ricevere, all'interno del concetto e dell'esperienza della "gratuità".
Non è un sentimento di debito nei confronti dell'altro ("no, ti ringrazio, non ho
bisogno"), all'interno dell'ottica "mercantile" del dare per ricevere.
Ed è una forma di generosità permettere
all'altro di aiutarci!
La prima forma di gratitudine a cui dovremmo far riferimento è quella nei confronti dei genitori.
Se oggi siamo qui, significa che quando non avevamo possibilità di nutrirci, camminare e lavarci da soli, i nostri se pur totalmente imperfetti genitori si sono presi cura di noi.
Poi verso chi ci ha insegnato a leggere e scrivere, e così via.
"Ma io non ho chiesto di essere messo al mondo", e rispetto agli insegnanti, "d'altronde era il loro lavoro".
Prima di tutto non è così scontato aver ricevuto tutto questo, ma il punto principale è che il sentimento di gratitudine serve primariamente a noi stessi.
Ci ricorda che siamo tutti "esseri bisognosi", all'interno di relazioni di interdipedenza.
E dalla consapevolezza del ricevere scaturisce la gioia del dare.
Interessante che, "io mi sono fatto da solo", sia lo stesso linguaggio del tossico, all'interno di un mondo ormai deprivato di relazioni umane, scalzate dalla presenza unica della sostanza, con la quale "mi faccio".