Richiama il concetto di dono.
É l'atto del dare e del ricevere al di fuori di ogni logica "mercantile".
"...non dovevi disturbarti", "... é troppo!", dice qualcuno nel ricevere.
All'apparenza segno di modestia, é in realtá l'ignoranza e l'incapacitá nei confronti della gratuitá.
Significa non aver mai contemplato nulla al di fuori del concetto di debito/credito.
Chi riceve puó arrivare a sviluppare persino rabbia verso il "donatore".
La rabbia del "beneficiato" é spesso in relazione al sentirsi nell'impossibilitá di ricambiare, dunque in una posizione "inferiore", di difetto e debito.
Tutto deriva dal pensare che ad un dono sia possibile attribuire un prezzo e non esclusivamente un valore!
Non pare infrequente che in una coppia ci si accordi preventivamente sul tetto spesa relativamente ai regali di...
Il dono é gratis, non ha prezzo, ovvero non ha misura, ma solo valore.
L'altruismo "vero" non é un dare per ricevere.
Se mi aspetto qualcosa in cambio, semplicemente non si chiama altruismo.
Siamo in difficoltá con tutto ció che non puó essere misurato, perché se non abbiamo fatto esperienza concreta della gratuitá, ci troviamo nell'impossibilitá di ristabilire l'"equilibrio".
Il "non ti dovevi disturbare" significa che non ho mai fatto esperienza che, egoisticamente parlando, si sta "meglio" nel donare che nel trattenere per se, che si tratti di qualcosa di materiale o di immateriale.
Non ci si vuole sentire in debito, e si pensa basti non accettare un dono, non facendolo a propria volta.
Questa é pura "ignoranza"!
Se siamo vivi, in salute, e ragionevolmente felici in questo momento non é certo perché abbiamo pagato o ci era dovuto.
E se é vero che non abbiamo chiesto di nascere, se per la nostra istruzione qualcuno é stato pagato, se per la salute idem... l'"ignoranza" sta nel non capire che ció che ci ha davvero beneficato é comunque la componente "senza prezzo" di ogni atto nei nostri confronti.
Cioè, l'intenzione d'amore che precede (non sempre) ogni gesto.
Se siamo vivi ora é, letteralmente, perché qualcuno ci ha amati.
Non essere amati non equivale a morire metaforicamente o psicologicamente, porta alla morte per inedia!
(René Spitz, "depressione anaclitica", studi negli orfanotrofi).
E l'amore autentico che educa, cura, guarisce, conforta e consola... non ha prezzo.
Non lo puoi comprare nemmeno possedessi tutti i soldi del mondo!
Da questa consapevolezza scaturisce la gratitudine, che porta a sentir il "bisogno" di ridare ad altri ció che ci é stato offerto in dono.
É l'atto del dare e del ricevere al di fuori di ogni logica "mercantile".
"...non dovevi disturbarti", "... é troppo!", dice qualcuno nel ricevere.
All'apparenza segno di modestia, é in realtá l'ignoranza e l'incapacitá nei confronti della gratuitá.
Significa non aver mai contemplato nulla al di fuori del concetto di debito/credito.
Chi riceve puó arrivare a sviluppare persino rabbia verso il "donatore".
La rabbia del "beneficiato" é spesso in relazione al sentirsi nell'impossibilitá di ricambiare, dunque in una posizione "inferiore", di difetto e debito.
Tutto deriva dal pensare che ad un dono sia possibile attribuire un prezzo e non esclusivamente un valore!
Non pare infrequente che in una coppia ci si accordi preventivamente sul tetto spesa relativamente ai regali di...
Il dono é gratis, non ha prezzo, ovvero non ha misura, ma solo valore.
L'altruismo "vero" non é un dare per ricevere.
Se mi aspetto qualcosa in cambio, semplicemente non si chiama altruismo.
Siamo in difficoltá con tutto ció che non puó essere misurato, perché se non abbiamo fatto esperienza concreta della gratuitá, ci troviamo nell'impossibilitá di ristabilire l'"equilibrio".
Il "non ti dovevi disturbare" significa che non ho mai fatto esperienza che, egoisticamente parlando, si sta "meglio" nel donare che nel trattenere per se, che si tratti di qualcosa di materiale o di immateriale.
Non ci si vuole sentire in debito, e si pensa basti non accettare un dono, non facendolo a propria volta.
Questa é pura "ignoranza"!
Se siamo vivi, in salute, e ragionevolmente felici in questo momento non é certo perché abbiamo pagato o ci era dovuto.
E se é vero che non abbiamo chiesto di nascere, se per la nostra istruzione qualcuno é stato pagato, se per la salute idem... l'"ignoranza" sta nel non capire che ció che ci ha davvero beneficato é comunque la componente "senza prezzo" di ogni atto nei nostri confronti.
Cioè, l'intenzione d'amore che precede (non sempre) ogni gesto.
Se siamo vivi ora é, letteralmente, perché qualcuno ci ha amati.
Non essere amati non equivale a morire metaforicamente o psicologicamente, porta alla morte per inedia!
(René Spitz, "depressione anaclitica", studi negli orfanotrofi).
E l'amore autentico che educa, cura, guarisce, conforta e consola... non ha prezzo.
Non lo puoi comprare nemmeno possedessi tutti i soldi del mondo!
Da questa consapevolezza scaturisce la gratitudine, che porta a sentir il "bisogno" di ridare ad altri ció che ci é stato offerto in dono.