... purtroppo, dato che, non la crisi economica, ma l'ottusità e l'ignoranza sono i mali dei giorni nostri.
Per esser buoni occorre avere un'idea "corretta" di realtà:
- È necessario conoscere i limiti della volontà, cioè aver chiaro che di fronte ad un bivio nessuno ha pari libertà di scegliere la via.
Si vuole libertà e non ci si rende conto di essere "schiavi" di se stessi, della natura umana in generale, e di una miriade di condizionamenti.
- Servirebbe onestà intellettuale, ma non avere una mente opaca è lusso di pochi, poiché richiede fatica.
Da ció deriva un continuo pre-giudicare l'altro, per salvare se stessi.
Ovviamente, chi ha bisogno di perpetuare questo meccanismo non ha la minima idea di fondare identità e valore personali unicamente sul "puntare il dito" ed in ogni caso, evidentemente, non ha altra possibilità.
Si "googola" tutto il giorno, ma ad esempio la depressione per molti è ancora vizio di volontà, e l'OMS "complottista" chissà per quale motivo ne parla in altri termini.
Ma aimè, l'ottuso difetta persino della piú basica logica aristotelica.
- Che non si pretenda poi, di capire che non percepiamo la realtà, ma la "costruiamo" in base ai nostri schemi di riferimento.
Che la "pieghiamo" e distorciamo pur di assecondare i nostri bisogni del momento e che la nostra morale è squisitamente di tipo "opportunistico".
- Non sarebbe di poco conto avere poi, una rappresentazione dell'Umano coerente con ció che è, magari non pensando di dover reinventare l'acqua calda, ma facendosi, una seppur vaga idea, delle conclusioni a cui sono giunti menti che hanno dedicato vite intere ad "interrogarsi" su ció dalla notte dei tempi.
Questo è il minimo sindacale per percepire l'altro bisognoso almeno quanto me, e delle stesse cose.
Per capire che "sotto la pelle" siamo tutti uguali, e che tutti cerchiamo di fare del nostro meglio per essere felici, al netto della nostra intrinseca imperfezione!
Per esser buoni occorre avere un'idea "corretta" di realtà:
- È necessario conoscere i limiti della volontà, cioè aver chiaro che di fronte ad un bivio nessuno ha pari libertà di scegliere la via.
Si vuole libertà e non ci si rende conto di essere "schiavi" di se stessi, della natura umana in generale, e di una miriade di condizionamenti.
- Servirebbe onestà intellettuale, ma non avere una mente opaca è lusso di pochi, poiché richiede fatica.
Da ció deriva un continuo pre-giudicare l'altro, per salvare se stessi.
Ovviamente, chi ha bisogno di perpetuare questo meccanismo non ha la minima idea di fondare identità e valore personali unicamente sul "puntare il dito" ed in ogni caso, evidentemente, non ha altra possibilità.
Si "googola" tutto il giorno, ma ad esempio la depressione per molti è ancora vizio di volontà, e l'OMS "complottista" chissà per quale motivo ne parla in altri termini.
Ma aimè, l'ottuso difetta persino della piú basica logica aristotelica.
- Che non si pretenda poi, di capire che non percepiamo la realtà, ma la "costruiamo" in base ai nostri schemi di riferimento.
Che la "pieghiamo" e distorciamo pur di assecondare i nostri bisogni del momento e che la nostra morale è squisitamente di tipo "opportunistico".
- Non sarebbe di poco conto avere poi, una rappresentazione dell'Umano coerente con ció che è, magari non pensando di dover reinventare l'acqua calda, ma facendosi, una seppur vaga idea, delle conclusioni a cui sono giunti menti che hanno dedicato vite intere ad "interrogarsi" su ció dalla notte dei tempi.
Questo è il minimo sindacale per percepire l'altro bisognoso almeno quanto me, e delle stesse cose.
Per capire che "sotto la pelle" siamo tutti uguali, e che tutti cerchiamo di fare del nostro meglio per essere felici, al netto della nostra intrinseca imperfezione!