L'altro in quanto tale è e rimarrà sempre altro da
me.
"Abbiamo interessi comuni", ma la coppia non è un campo estivo o ricreativo.
"Stiamo bene assieme!", ma quando bene prima o poi non si starà?
E perchè ti fa star bene... "non lo so!".
Spesso lo stare assieme non è nemmeno frutto di una scelta libera all'interno della quale io riconosco le qualità dell'altro; da ciò ne deriva la sensazione che di fatto potremmo essere tutti intercambiabili!
La stessa visione di mondo conta già sicuramente di più ma nemmeno questo è fondamentale o sufficiente, anche perchè sovente sono solo "vestiti" che indossiamo e non valori veramente "incarnati".
Nessuno potrà mai leggermi nella mente.
Nessuno potrà mai capire le mie sensazioni dall'interno, poichè nessuno può aver fatto le mie stesse esperienze sensoriali.
E la conoscenza razionale non basta: ad es. posso saper tutto sul mal di testa ma non saprò mai cos'è il mal di testa per te.
Però posso credere e dare importanza a ciò che dici, senza pretendere di saperne di te più di te!
Direi quindi, che più che simili, "educati".
Senza l'educazione, che mi permette di relazionarmi all'altro in modo sano, non esiste nessuna possibilità di sopravvivenza della coppia e di qualunque altra relazione.
Un altro aspetto difficile da comprendere è la necessità che entrambi si sappia coltivare la propria solitudine (che non è isolamento); la quale mi permette di non allontanarmi da me stesso e di coltivare la gioia nel profondo, affinchè possa offrire "buon nutrimento" all'altro, quando ci si reincontra, e non i propri "veleni mentali" (proiezione di conflitti non risolti al nostro interno).
Ci vuole impegno e disciplina, d'altronde l'alternativa è aver la sensazione che per far funzionare la relazione occorra più fatica (malessere mentale soprattutto) che lavorare in miniera!
me.
"Abbiamo interessi comuni", ma la coppia non è un campo estivo o ricreativo.
"Stiamo bene assieme!", ma quando bene prima o poi non si starà?
E perchè ti fa star bene... "non lo so!".
Spesso lo stare assieme non è nemmeno frutto di una scelta libera all'interno della quale io riconosco le qualità dell'altro; da ciò ne deriva la sensazione che di fatto potremmo essere tutti intercambiabili!
La stessa visione di mondo conta già sicuramente di più ma nemmeno questo è fondamentale o sufficiente, anche perchè sovente sono solo "vestiti" che indossiamo e non valori veramente "incarnati".
Nessuno potrà mai leggermi nella mente.
Nessuno potrà mai capire le mie sensazioni dall'interno, poichè nessuno può aver fatto le mie stesse esperienze sensoriali.
E la conoscenza razionale non basta: ad es. posso saper tutto sul mal di testa ma non saprò mai cos'è il mal di testa per te.
Però posso credere e dare importanza a ciò che dici, senza pretendere di saperne di te più di te!
Direi quindi, che più che simili, "educati".
Senza l'educazione, che mi permette di relazionarmi all'altro in modo sano, non esiste nessuna possibilità di sopravvivenza della coppia e di qualunque altra relazione.
Un altro aspetto difficile da comprendere è la necessità che entrambi si sappia coltivare la propria solitudine (che non è isolamento); la quale mi permette di non allontanarmi da me stesso e di coltivare la gioia nel profondo, affinchè possa offrire "buon nutrimento" all'altro, quando ci si reincontra, e non i propri "veleni mentali" (proiezione di conflitti non risolti al nostro interno).
Ci vuole impegno e disciplina, d'altronde l'alternativa è aver la sensazione che per far funzionare la relazione occorra più fatica (malessere mentale soprattutto) che lavorare in miniera!